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Sul Prado, con la testa tra le nuvole



Al punto di partenza ci accoglie una pioggia leggera, la giornata è nuvolosa. Ci mettiamo in cammino e da subito cominciamo a salire di quota. Incontriamo una vecchia e “acciaccata” mangiatoia nel bel mezzo del bosco, un tempo utilizzata per foraggiare la popolazione degli ungulati della zona. La salita è costante e raggiungiamo il confine del bosco, alcuni fori nel terreno segnalano la presenza di piccoli roditori: le arvicole delle nevi, ghiotte di mirtilli.  


Siamo vicini al crinale, non piove più ma una fitta nebbia inizia ad accompagnare il nostro cammino. Incontriamo un altro, folto, gruppo escursionistico che come noi salirà verso la cima più alta della Toscana, il monte Prado a quota 2054mt. 



Arriviamo al passo Bocca di Massa e le temperature, complice il vento forte, sono più autunnali che estive!  Il pile e la mantellina fanno decisamente comodo, ripartiamo seguendo il crinale. La nebbia continua ad accompagnarci lungo i sentieri, spiccano a lato fioriture montane: dal giallo acceso dell’’iperico montano, a viola intenso  genziana viola, al lilla dei poligoni, fino al fucsia delle tantissime orchidee.  


Arriviamo sulla cima del Prado nella tarda mattinata. Il sole ha cominciato, nell’ultimo tratto della salita, a fare capolino tra la nebbia e le nuvole, e dalla cima vediamo finalmente un tratto del percorso fatto in ascesa. Siamo sulla cima della Toscana, con la testa tra le nuvole. 


Iniziamo a scendere seguendo il sentiero che ci porta  lungo il costone sinistro del circo glaciale del monte Prado. Le atmosfere sono suggestive. Tra le nebbia ogni tanto appaiono stupendi scorci di panorami montani. Lungo il pendio che guarda alla Toscana un gregge di pecore con il suo pastore sta pascolando sereno, in atmosfere che ci ricordano  le highlands scozzesi. 



Dopo un ripida discesa raggiungiamo il lago glaciale della Bargetana e qui, trovato un zona più riparata dal vento, ci sistemiamo per il break pranzo. 

Ripartiamo riscaldati da un buon caffè e andiamo in direzione del Rifugio Battisti. 


La nebbia si è un po’ diradata, raggiungiamo il rifugio per una sosta tecnica e per ricaricare le borracce. 

Nel primo pomeriggio riprendiamo il sentiero che ci porterà a traversare, a mezza costa, il vallone del Dolo. Qui spiccano tra le altre, bellissime fioriture di Giglio di San Giovanni, del Giglio Martagone e della Lactula Alpina. 


Raggiungiamo nuovamente il passo che dalla mattina porta con sé ancora vento e freddo.. 

Percorriamo l’ultimo sentiero stavolta in discesa, e ritorniamo al nostro punto di partenza. Al “Casone” ci sistemiamo ai tavoli per una birra e quattro chiacchiere insieme.




Ecco le altre foto della giornata



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