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Immagine del redattorealtrevie

Nel verde della Toscana: la riserva di Cornocchia



Belforte è un piccolo ma elegante borgo nel cuore della Toscana. 

Col gruppo ci troviamo, in una nuvolosa domenica mattina di metà Ottobre, davanti al bar del paese. 

La proprietaria apre per noi, così da poter prenderci un caffè prima di partire con il trekking. 


Attraversiamo la via principale, fino a fermarci al palazzo pretorio, un tempo sede del Gastaldo della nobile famiglia comitale degli Aldobrandeschi che presidiavano il borgo-castello nei primi del 1200. Davvero bello anche se di piccole dimensioni. 


Sia Belforte che Radicondoli furono nel passato importanti snodi viari per il commercio e per i pellegrinaggi in direzione sud dalla Val d’ELsa e la Val di Cecina verso le Colline metallifere.  Un piccolo ma antico ospedale vicino alla pieve ne è ancora una testimonianza. 



Usciamo dal borgo e subito un bellissimo panorama da un affaccio, ci mostra i rilievi de Le Cornate e di Poggio di Montieri. A sinistra inerpicato sulla collina, Chiusdino. 


Dopo qualche chilometro e scesi parecchio di quota iniziamo a esplorare parte della Riserva Naturale di Cornocchia.  Dagli anni ottanta la riserva  protegge un’area di boschi rigogliosi con cerri, carpini, castagni, costellata al suo interno da piccoli stagni che la arricchiscono in biodiversità e in questo periodo ricchissima di funghi. 

Inoltre, da parecchie decine di anni, una popolazione alloctona (non autoctona) di daini presidia queste terre poco antropizzate, e proprio alla ricerca di tracce di questo elegante erbivoro ci avventuriamo fuori sentiero. 


Basta fare qualche centinaia di metri che da una radura una femmina di daino comincia a muoversi allontanandosi furtiva. Poco dopo un’altra e in lontananza, quasi come un ruggito costante, un maschio bramisce manifestando la sua virilità. 


Vicino a uno stagno di notevoli dimensioni, troviamo per terra parte di un palco di corna che recentemente un maschio ha perso in scontro con un suo pari. 



Continuiamo il nostro trekking per riprendere una carrareccia che dopo poco abbandoniamo per scovare uno stagno, non raggiungibile dai sentieri segnati,  con un bel salice a fargli compagnia. 


Dopo essere usciti dal bosco raggiungiamo Cornocchia, piccola e suggestiva località che dà il nome alla riserva, dove incontriamo, protetti dalle staccionate i cavallini di Monterufoli, una razza equina autoctona toscana che i Carabinieri Forestali allevano per tutelarne il patrimonio genetico. 

Dopo un altro fori sentiero - sì, ne abbiamo fatti parecchi - e scovati altri due stagni raggiungiamo un punto attrezzato con tavoli dove ci rilassiamo per il break pranzo 


Un timido sole di tanto in tanto farà capolino tra le foglie dei cerri. 


Riprendiamo a camminare, dopo un caffè e un po’ di cioccolata condivisa da Paolo, (buonissima) tornando a scendere di quota; una strada bianca, stavolta, ci porta in direzione del Castello di Falsini. 

L’imponente maniero domina tutta la valle del Feccia. Un tempo dimora degli Aldobrandeschi è passato nel corso dei secoli tra i possedimenti di nobili famiglie senesi e umbre fino ai Falsini da cui prende il nome. 


Il trekking prosegue nella valle del torrente Feccia, affluente del Merse e il sentiero pian piano ci porta ad attraversarlo. Poca l’acqua che scorre ma gli accumuli di detriti alle basi degli alberi o lungo il sentiero che costeggia il letto del torrente ci fanno capire dove una dozzina di giorni fa, giorni di allerta arancione in queste zone, sia arrivato il livello delle acque.


Un'ultima ripida salita ci riporta a quote più alte e dopo aver passato un bellissimo punto panoramico in direzione di Radicondoli e della Val di Cecina, torniamo stanchi ma rigenerati a Belforte, dove ci aspetta una piccola degustazione di miele, prodotto proprio in queste zone da una piccola azienda apistica.




Ecco le altre foto: (Grazie a Michela per il contributo fotografico!!)



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