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Lieto, Gabberi e Sant'Anna di Stazzema



Al punto di ritrovo fa fresco, ma l’umidità di questi giorni di fine settembre si fa già sentire nell’aria. Cominciamo a camminare con un passo spedito attraversando estesi castagneti già carichi di ricci che da qui a qualche mese si apriranno per la gioia di animali selvatici e non. Il gruppo si allunga un po’ e a uno dei primi punti più pianeggianti mi fermo per rifiatare, introducendo uno dei racconti di oggi, che riguarda il tristemente noto “eccidio di Stazzema”. 


Dal sentiero che stiamo percorrendo infatti passò, in direzione Sant’Anna di Stazzema, una delle squadre di nazifascisti complice della strage perpetrata dalle 7 alle 10.00 di mattina del 12 agosto 1944 e che lasciò a terra cinquecentosessanta vittime innocenti, metà di queste donne e centoventi tra bambini, neonati e adolescenti. 



Riprendiamo con un passo meno spedito in direzione di foce di Sant’Anna, godendo di alcuni scorci panoramici che di tanto in tanto si aprono in direzione della costa versiliese. 

Da qui a poco cominciamo l’ascesa del monte Lieto, prima vetta dell’escursione di oggi. 


Il monte Lieto conosciuto anche come Alpe di Farnocchia è ritenuto dagli storici uno dei monti “sacri” della popolazione Ligure-Apuana che ha vissuto in questi aspri territori dalla tarda età del ferro fino al primo secolo avanti Cristo. Devoti al dio Silvano, erano abili e forti guerrieri, pastori, agricoltori, boscaioli e proprio su queste cime celebravano riti propiziatori o di iniziazione. 


La cresta del Lieto è aspra, camminare sul sentiero che lo percorre da nord a sud richiede una buona attenzione. Raggiungiamo foce di Farnocchia e dopo una breve discesa ci inerpichiamo verso il Monte Gabberi seconda vetta di oggi. 


Siamo vicini all’ora di pranzo e forse anche per questo la  vetta sembra non arrivare più. 


Arriviamo alla croce in tarda mattinata, da lassù arriviamo a vedere dal golfo di La Spezia alla costa pisana. Fa caldo per essere a fine settembre ma un po’ di venticello raffresca la nostra permanenza per il break pranzo. 


Dopo un po’ di relax e un buon caffè ci rimettiamo in cammino.  La discesa del monte Gabberi è molto tecnica e richiede molta attenzione ma alcuni passaggi ci offrono scorci verso la costa versiliese davvero unici. Quasi alla fine della discesa raggiungiamo il ripiano dei pennati, una roccia piatta dove sono incisi i profili dell’arma-strumento di lavoro che gli adolescenti Liguri-Apuani ricevevano con simbolo di passaggio alla vita adulta proprio su questa roccia, con un rito di iniziazione. 


Il sentiero pian piano torna a essere pianeggiante e attraversa a mezza-costa il versante nord del Gabberi.

Raggiungiamo Sant’Anna di Stazzema in pieno pomeriggio, una fontanella all’inizio dell’asfalto ci ristora dal caldo che in queste ore si fa un po’ più sentire. 


Attraversiamo il borgo sparso di Sant’Anna, quasi in punta di piedi, e ci dirigiamo all’Ossario dove riposano i corpi delle cinquecento sessanta anime che la tragica mattina di agosto incontrarono la morte su questa terra. 


La lapide con scritti tutti i nomi e le età delle vittime è molto più "pesante" del peso specifico della stessa pietra di cui è fatta e testimonia un orrore che non ha eguali nella storia moderna d’Italia. 


Riprendiamo il cammino e dopo aver attraversato un’antica mulattiera panoramica e fatta l’ultima scesa di oggi riprendiamo una parte del sentiero fatto in mattinata che ci porterà pochi minuti prima del tramonto di nuovo alle nostre auto. 


Una bellissima e impegnativa giornata con un gruppo davvero in gamba!




Ecco le foto della giornata:



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