La mattina a San Gusmè, nel chianti senese, è fresca. Il trekking che ci accingiamo a intraprendere ci porterà a scoprire un territorio armonioso, disegnato nel corso dei secoli dall’uomo nell’angolo di Toscana che un tempo fu la contea di una famiglia comitale affermata: i Della Berardenga.
Attraversiamo il borgo medievale dalla porta nuova a quella senese. Il borgo fu un importante presidio della repubblica di Siena a controllo dei confini con la repubblica fiorentina e deve il suo nome alla pieve di San Cosma e Damiano, all’interno delle sue mura.
Dopo aver attraversato il fiume Ombrone che qui è ancora un piccolo torrente, raggiungiamo un bel bosco di rovere, sopravvissuto all’avanzare dell'agricoltura.
Incontriamo molti casolari sparsi durante il tragitto, recuperati e trasformati in case di vacanza o abitazione privata. In uno di questi, in località Palazzaccio, avvenne un eccidio efferato a poche ore della liberazione dai nazi-fascisti, dove persero la vita nove anime che da lì a poco avrebbero potuto riscattare una vita vissuta fino ad allora tra guerra e povertà. Un'installazione artistica ne commemora la morte.
Il trekking prosegue in direzione della val d’Ambra, il sentiero costeggia il fiume che dà il nome alla valle e si innesta in un’altra zona boscata. Nel bel mezzo del bosco affiora il selciato di un’antica via che storici locali affermano essere lo storico collegamento stradale tra la Val d’Arno superiore e Siena e che il Granduca Leopoldo di Toscana percorse in carrozza a fine 1700.
Raggiungiamo il castello di Montalto, una delle mete dell’escursione di oggi.
Entriamo nel castello dalla porta nord, dotata di caditoia difensiva e raggiungiamo la suggestiva piazza centrale. Il castello è in parte ricostruito, un assedio fiorentino del 1208 infatti si concluse con la distruzione del maniero senese.
Dopo una piacevole pausa panino al solicchio che ha iniziato a fare capolino tra le nuvole e dopo i biscotti di Genuine Tentazioni che anche oggi ha portato Maurizio, riprendiamo a camminare.
Ci immergiamo in un bosco di cerri secolari, e risaliamo dolcemente il crinale fino a raggiungere una strada bianca molto panoramiche che dopo una costante ascesa ci porta al bellissimo viale di cipressi di Villa Arceno. Una vera chicca di architettura paesaggistica della zona.
Siamo di nuovo vicini a San Gusmè, prima una discesa e poi un’ultima breve ma ripida salita ci riporta al borgo dove ci rilassiamo nel giardino di Lorenzo. Un vecchio infisso in legno si apre verso il panorama di fronte a noi. Ne approfittiamo per la foto, hashtag #unafinestrasulchianti
Ecco le altre foto:
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